La chiesa di Reforzate è dedicata a San Pietro Apostolo e si trova all'interno delle mura castellane; questa è stata edificata nel 1775 per merito del parroco don Domenico Flamma.
Il tempio sorge al posto di uno più antico e più piccolo; l'aspetto attuale è quello di una chiesa settecentesca ad aula unica.
Le pitture sulla volta sono state eseguite un secolo fa, nel corso di vari interventi fra cui il rifacimento del tetto e la sistemazione del controsoffitto, da Filippo Farabini, un decoratore di Sant'Ippolito.
Le pitture della volta della navata riguardano le quattro virtù cardinali: Giustizia, Prudenza, Fortezza e Temperanza, posizionate agli angoli e, al centro, San Pietro che riceve le chiavi; sulla volta del presbiterio, invece, sono stati raffigurati i quattro evangelisti. Durante il periodo fascista, è stata ritoccata l'immagine della Giustizia: così risulta ora ammantata dal tricolore e a lato di essa compare un fascio del Littorio.
La vicinanza di questa chiesa a Sant'Ippolito ha fatto sì che vi si conservino opere in arenaria, testimonianza indiscussa delle capacità degli scalpellini di quel luogo. Fra queste si notano una statua della fine del Quattrocento, rappresentante San Pietro; un bassorilievo del XIV secolo con Sant'Antonio Abate e un pregevole prospetto in pietra bianca della credenzina degli oli sacri, le cui decorazioni ricordano motivi cosiddetti lauraneschi.
La chiesa conserva anche alcune opere pittoriche. Il dipinto più importante è la pala che raffigura l'Ultima Cena. La tela si trova sulla parete dell'abside, dietro l'altare maggiore, ed è di scuola baroccesca; infatti, è del tutto simile alla Cena del Barocci, conservata nella cappella del duomo d'Urbino. La pala fu voluta per devozione, nel 1658, da donna Elisabetta Crocchini de Nobili, una famiglia gentilizia del posto: nella pittura non compaiono le generalità dell'autore.
Una Madonna del Rosario di autore ignoto del XVII secolo, sistemata nel primo altare a destra, presenta lo schema consueto con la Madonna e il Bambino al centro ed ai lati i santi, Domenico, Elisabetta ed Agata. Sul capo della Vergine è stata applicata una corona d'argento, diventata scura nel corso dei secoli.
L'immagine della Madonna Addolorata, di modeste dimensioni, invece è stata posta sull'altare di rimpetto a quello del Rosario, verso la fine del Diciottesimo secolo; l'opera è attribuita al pittore Giovanni Battista Consoli di Pesaro. Attualmente, al posto dell'originale c'è una copia, perché il quadro è stato trafugato, notte tempo, alcuni anni fa.
Sopra l'ingresso principale si trova la cantoria di legno.